Sabato scorso sono uscita con delle amiche
per una passeggiata sul lungomare a chiacchierare, rilassarci, prendere un po’
d’aria fresca e perché no, un bel gelato. Mentre decidevamo sui gusti da
scegliere tra i classici: fiordilatte, nocciola, cioccolato, rocher,
pistacchio, panna cotta e fragola, sento una voce alle mie spalle dire:
<Stasera voglio assaggiare il Peppa Pig con panna!>>. Mi giro di
scatto per guardare in faccia chi ha osato pronunciare quelle parole (Ho dovuto
sorbirmi tutte le puntate migliaia di volte di quell'orribile cartone animato assieme
a mio figlio, che sono arrivata ad odiare lei, tutta la sua settima generazione
e il colore rosa pastello!) e vedo una ragazzina di più o meno quattordici anni
vestita come una zoccola, sorridere (con sulle labbra almeno tre strati di
rossetto rosso fuoco) e indicare il gusto del gelato ad un ragazzo che si e no
avrà avuto la sua stessa età. Senza dare nell’occhio, leggo gli ingredienti del
gelato PP - fragola (ovvio!), melone, caramello, canditi, banana, e marshmallow
– “Oh, mio dio!” esclamo sottovoce. Non si può! Ma chi ha avuto il coraggio di
creare questa mostruosità?! Mai, mai e poi mai rinuncerei al mio gustosissimo
cono alla nocciola e rocher! Nocciola i love you. Nocciola forever.
Dopo aver gustato il gelato comodamente
sedute su una panchina, decidiamo di continuare la passeggiata e consumare così
un po’ di calorie...
Camminando, arriviamo davanti al gazebo di
uno dei tanti locali situati sul lungomare e decidiamo di prendere un caffè.
Entriamo, ci sediamo ad un tavolo con vista sul mare e ordiniamo tre caffè.
Nell’attesa, mi perdo ad ammirare le meravigliose luci notturne della Sicilia.
Cinque minuti dopo arriva il cameriere con i caffè, il mio rigorosamente amaro
(dopo le duemila calorie ingerite col gelato, posso mica prenderlo
zuccherato!). Silvia, che se ne frega delle calorie, svuota la mia e la sua bustina
di zucchero in due centimetri di caffè, Maria nel suo ci mette mezza bustina di
zucchero di canna.
Mi porto la tazzina alle labbra e vedo
Silvia sgranare gli occhi come se avesse visto un fantasma. Capendo le mie
intenzioni esclama <<Non ti girare!>>.
<<Non dirmi che dietro di me c’è
Bruce Willis!>> rispondo scherzosamente, e senza pensarci due volte mi
giro di scatto per guardare in faccia l’uomo (ovvio che fosse un uomo!) che due
secondi prima aveva fatto sbiancare Silvia.
“Oh, mio dio!” esclamo mentalmente.
Al posto di Bruce Willis, seduto al tavolo
dietro al nostro c’era Marco quasi ex (alto, bello, moro e pezzo di merda!),
con una bionda tutta curve.
<<Ma tu guarda chi si
rivede!>> esclama. Pochi secondi dopo avvicina una sedia accanto alla
mia.
<<Posso?>> disse indicando la
sedia. Non mi diede il tempo di rispondere “si” o “no” che si accomodò.
Arrogante come sempre pensai.
<<Scusa, e la tua>> tentennai
<<la donna che sta con te?>> dissi girandomi a guardare
la bionda.
<<È solo un’amica.>> rispose
guardandola per poi congedarla con un cenno della mano. La bionda come risposta
gli mostrò il dito medio e se ne andò picchiettando dodici centimetri di
tacchi a spillo sul pavimento e lui, come se quell’atteggiamento fosse stato
più che normale, mi sorride sfoggiando quarantaquattro denti bianchissimi. Li
avrà lucidati col polish pensai.
<<Noto che non sei cambiato per niente.
Sei rimasto lo stesso cafone di dieci anni fa.>> dissi.
<<Dieci anni fa abbiamo fatto un bel
po' di cose...>>. Colsi il tono provocatorio nella sua voce.
Ok, torniamo a dieci anni fa così che
possiate capire cosa mi ha fatto...
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