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mercoledì 2 settembre 2015

Ma tu guarda chi si rivede! - Parte prima

Sabato scorso sono uscita con delle amiche per una passeggiata sul lungomare a chiacchierare, rilassarci, prendere un po’ d’aria fresca e perché no, un bel gelato. Mentre decidevamo sui gusti da scegliere tra i classici: fiordilatte, nocciola, cioccolato, rocher, pistacchio, panna cotta e fragola, sento una voce alle mie spalle dire: <Stasera voglio assaggiare il Peppa Pig con panna!>>. Mi giro di scatto per guardare in faccia chi ha osato pronunciare quelle parole (Ho dovuto sorbirmi tutte le puntate migliaia di volte di quell'orribile cartone animato assieme a mio figlio, che sono arrivata ad odiare lei, tutta la sua settima generazione e il colore rosa pastello!) e vedo una ragazzina di più o meno quattordici anni vestita come una zoccola, sorridere (con sulle labbra almeno tre strati di rossetto rosso fuoco) e indicare il gusto del gelato ad un ragazzo che si e no avrà avuto la sua stessa età. Senza dare nell’occhio, leggo gli ingredienti del gelato PP - fragola (ovvio!), melone, caramello, canditi, banana, e marshmallow – “Oh, mio dio!” esclamo sottovoce. Non si può! Ma chi ha avuto il coraggio di creare questa mostruosità?! Mai, mai e poi mai rinuncerei al mio gustosissimo cono alla nocciola e rocher! Nocciola i love you. Nocciola forever.
Dopo aver gustato il gelato comodamente sedute su una panchina, decidiamo di continuare la passeggiata e consumare così un po’ di calorie...
Camminando, arriviamo davanti al gazebo di uno dei tanti locali situati sul lungomare e decidiamo di prendere un caffè. Entriamo, ci sediamo ad un tavolo con vista sul mare e ordiniamo tre caffè. Nell’attesa, mi perdo ad ammirare le meravigliose luci notturne della Sicilia. Cinque minuti dopo arriva il cameriere con i caffè, il mio rigorosamente amaro (dopo le duemila calorie ingerite col gelato, posso mica prenderlo zuccherato!). Silvia, che se ne frega delle calorie, svuota la mia e la sua bustina di zucchero in due centimetri di caffè, Maria nel suo ci mette mezza bustina di zucchero di canna.
Mi porto la tazzina alle labbra e vedo Silvia sgranare gli occhi come se avesse visto un fantasma. Capendo le mie intenzioni esclama <<Non ti girare!>>.
<<Non dirmi che dietro di me c’è Bruce Willis!>> rispondo scherzosamente, e senza pensarci due volte mi giro di scatto per guardare in faccia l’uomo (ovvio che fosse un uomo!) che due secondi prima aveva fatto sbiancare Silvia.
“Oh, mio dio!” esclamo mentalmente.

Al posto di Bruce Willis, seduto al tavolo dietro al nostro c’era Marco quasi ex (alto, bello, moro e pezzo di merda!), con una bionda tutta curve.
<<Ma tu guarda chi si rivede!>> esclama. Pochi secondi dopo avvicina una sedia accanto alla mia.
<<Posso?>> disse indicando la sedia. Non mi diede il tempo di rispondere “si” o “no” che si accomodò. Arrogante come sempre pensai.
<<Scusa, e la tua>> tentennai <<la donna che sta con te?>> dissi girandomi  a guardare la bionda.
<<È solo un’amica.>> rispose guardandola per poi congedarla con un cenno della mano. La bionda come risposta gli mostrò il dito medio e se ne andò picchiettando dodici centimetri di tacchi a spillo sul pavimento e lui, come se quell’atteggiamento fosse stato più che normale, mi sorride sfoggiando quarantaquattro denti bianchissimi. Li avrà lucidati col polish pensai.
<<Noto che non sei cambiato per niente. Sei rimasto lo stesso cafone di dieci anni fa.>> dissi.
<<Dieci anni fa abbiamo fatto un bel po' di cose...>>. Colsi il tono provocatorio nella sua voce.
Ok, torniamo a dieci anni fa così che possiate capire cosa mi ha fatto...


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